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Legge di Bilancio 2018: cosa cambia per le cooperative

La legge di Bilancio 2018 (legge n. 205 del 2017, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29.12.2017) prevede diverse novità che interessano le imprese cooperative. Le norme sono il frutto di un confronto lungo e costante tra l’Alleanza delle Cooperative Italiane ed il Governo sul tema lotta alle false cooperative. Vediamo, in breve, cosa le nostre cooperative devono sapere.

PRESTITO SOCIALE

Il primo provvedimento di interesse è contenuto nell’articolo 1, commi 238/243, e riguarda la definizione di nuove norme che disciplinano il prestito sociale, finalizzate ad assicurare maggiori tutele ai soci prestatori. I provvedimenti attuativi sono demandati al CICR (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio), il quale dovrà deliberare in tema di:

  • limiti di raccolta del prestito in relazione al patrimonio netto della cooperativa;
  • forme di garanzia, alcune delle quali richiamano istituti già disciplinati da Banca d’Italia (garanzie finanziarie personali o reali ovvero schemi di garanzia, anche consortili, promossi dalle società cooperative), altre rappresentano vere e proprie novità, quali la costituzione di un patrimonio separato. Si tratta di garanzie chiamate a tutelare importi pari al 30% del prestito versato dai soci alle cooperative che abbiano una raccolta eccedente i 300.000 € e superiore all’ammontare del patrimonio netto;
  • obblighi di informazione e di pubblicità in capo alle cooperative al fine di assicurare la tutela dei soci, dei creditori e dei terzi.
  • modelli organizzativi e procedure per la gestione del rischio per le cooperative che raccolgano importi considerevoli di prestito o che eccedano il doppio del patrimonio;
  • regimi transitori volti a consentire un adeguamento ordinato alle nuove disposizioni da parte delle cooperative.

Altri provvedimenti attuativi sono demandati al MISE, che dovrà regolamentare su:

  • le forme e le modalità di controllo e monitoraggio sul rispetto delle norme concernenti le suddette forme di garanzia;
  • l’implementazione del verbale di vigilanza ai fini dell’osservanza delle disposizioni concernenti il prestito sociale.

FALSE COOPERATIVE

Di grande interesse sono le norme che tendono a contrastare il fenomeno delle false cooperative. Le disposizioni contenute nell’articolo 1, comma 936, in particolare, sono il risultato di quel lavoro di dialogo e di confronto tra l’Alleanza delle Cooperative Italiane ed il Governo, del quale si diceva prima.

Le disposizioni stabiliscono sanzioni particolarmente gravi per le cooperative che si sottraggano alla vigilanza o che non rispettino le finalità mutualistiche. Sono previste sanzioni anche nel caso di mancata ottemperanza alla diffida operata dai revisori o nel caso di mancati adempimenti nell’ipotesi di perdita della qualifica di cooperativa a mutualità prevalente.

Si dispone, inoltre, che lo scioglimento di una cooperativa debba essere sempre comunicato all’Agenzia delle entrate. In questo modo si intende evitare la prassi di cooperative che nascono e si estinguono velocemente per eludere gli obblighi di legge ed i controlli. Rivista anche la disciplina della gestione commissariale: si introduce, tra l’altro, la figura del commissario ad acta per irregolarità minori.

Sono state anche modificate le norme che regolano la figura dell’amministratore unico o gli amministratori senza scadenza di mandato. Dal 1 gennaio 2018, si esclude la possibilità per le cooperative di nominare un amministratore unico. In mancanza di una disciplina transitoria, per le cooperative già costituite, la modifica statutaria è necessaria solo nel caso in cui lo statuto preveda come organo amministrativo esclusivamente l’amministratore unico. Al di fuori di questa ipotesi, è sufficiente un’assemblea ordinaria che recepisca le dimissioni dell’amministratore unico ed elegga un c.d.a. Il tutto nel più breve tempo è possibile.

Per queste disposizioni la normativa non prevede decreti ministeriali attuativi, ma la loro complessità renderà comunque necessario pronunciamenti da parte del Mise, sia per dare istruzioni ai fini dell’adeguamento alle nuove norme sugli amministratori, che per applicare correttamente le sanzioni, così come sono state riformulate.