Progetto-non-più-Leonia

Verso rifiuti zero: La valle Telesina parte con “Non più Leonia”

Progetto-non-più-LeoniaVerso rifiuti zero. Si chiama così il bando di Fondazione con il Sud che intende rivoluzionare, attraverso programmi e progetti in province virtuose, la cultura dell’usa e getta.  A bando chiuso sono in tutto 90 le organizzazioni coinvolte, tra cui anche diverse realtà vicine a Confcooperative Benevento:  la cooperativa Faber (soggetto capofila) , la cooperativa Social Lab, il consorzio Amistade, un’impresa artigiana specializzata nel riciclo e il Comune di Telese Terme, dove il progetto verrà attuato.  L’idea si chiama Non più Leonia e, in linea con l’obiettivo principe del bando, prevede:

  • lo sviluppo di un’economia del riuso dei beni destinati allo smaltimento
  • la riduzione a monte dei rifiuti prolungandone il ciclo di vita (contrasto all’usa e getta)
  • la creazione di un Parco del riuso gestito da giovani fino a 35 anni
  • il contrasto consequenziale alla disoccupazione giovanile e all’emigrazione dalla valle Telesina verso altri territori.

Il percorso virtuoso non prescinde da un’attività di educazione e di formazione. Infatti, d’accordo con il Comune di Telese Terme, tutte le associazioni e le parrocchie saranno coinvolte nella costruzione di gruppi territoriali che fungeranno da mediatori tra le istanze del progetto e la cittadinanza. La previsione è di coinvolgere, per il primo anno,  i 7.092 abitanti di Telese e poi gli altri 15.000 del comprensorio.

«Siamo molto contenti del progetto. Certo è arduo, ma speriamo di fare un buon lavoro. La tutela dell’ambiente è un processo culturale e una miniera di posti di lavoro.  Noi ne siamo convinti» commenta Maria Grazia Di Meo della cooperativa Social Lab.

E alla domanda perché il progetto abbia un nome tanto particolare, risponde: «Leonia è una delle Città Invisibili di Italo Calvino. È una città incapace di liberarsi dei propri scarti. Un luogo che per quanto tenti di serbare la sua luce, deve fare i conti con ciò che accumula. Per questo noi non vogliamo essere Leonia.  Il Parco farà da connettore: gli operatori provvederanno a trasformare ciò che la gente getta via rimettendolo sul mercato, sia tramite la vendita diretta che l’e-commerce».

 

“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall’ultimo modello d’apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose di ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità…Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri…”

(Italo Calvino, Le città invisibili)