Imprese rosa più dinamiche. Istituito un Fondo di Garanzia per il Credito

donne-in-ufficioDi Agnese Salerno, membro della Commissione Dirigenti Cooperatrici

Chi l’avrebbe mai detto. Dati del 2012 segnalano che nel sud Italia e nelle isole la percentuale di imprese al femminile è più alta che al nord (33% contro 22,5%). I settori più gettonati: alloggio e ristorazione, costruzioni, attività immobiliari, servizi alle imprese. Eppure secondo uno studio della Banca d’Italia, le imprese rosa hanno una più bassa probabilità di ottenere credito, conquistano importi inferiori a quanto richiesto e pagano tassi di interesse più alti e con richiesta di maggiori garanzie. Eppure, le imprese al femminile non rischiano l’insolvenza più di altre, anzi durante la crisi resistono meglio. In questo momento di difficoltà, insomma, le imprese femminili sono la componente più dinamica del sistema produttivo. Proprio per questo il 14 marzo scorso i ministri Passera e Fornero hanno sottoscritto la convenzione per la costituzione di una sezione speciale del Fondo di Garanzia dedicata all’imprenditoria femminile, con una dotazione di 20 milioni di euro.

Il Fondo, istituito nel 1996 per le piccole e medie imprese, è uno strumento di mitigazione del rischio legato al credito ed opera con garanzia diretta, controgaranzia e cogaranzia. Insomma lo Stato permette ai richiedenti di ridurre il fabbisogno di capitale ai fini del patrimonio di vigilanza.

La sezione speciale dedicata alle imprese femminili nasce dall’esigenza di supportare il comparto con iniziative dedicate, riservando metà della dotazione a favore delle start up con condizioni più favorevoli. A breve il Fondo sarà pienamente operativo e gli interessati potranno scaricare tutta la modulistica per presentare le domande da una piattaforma informatica.

Sono piccole e medie imprese femminili le società cooperative e le società di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne, le società di capitali le cui quote di partecipazione spettano in misura non inferiore ai due terzi donne e i cui organi di amministrazione siano rosa per almeno i due terzi, nonché le imprese individuali gestite da donne che operano nei settori dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura, del commercio, del turismo e dei servizi.