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Caregiver: associazioni e cooperative in campo a Napoli per assistere chi assiste

il-giorno-del-caregiver-Non c’è un termine italiano per indicarli, e allora mutuiamo la parola dall’inglese: caregiver. Caregiver è chi si fa carico di un congiunto, di un amico, affetto da una malattia progressivamente degenerativa.  Lo fa in silenzio, privo di un sistema di riferimento, nonostante il più delle volte sia egli stesso attaccato da depressione e ansia. L’Istat ha stimato che in Italia i caregiver sono 9 milioni, la maggior parte donne. Essi impegnano 7 ore al giorno nell’assistenza e 11 ore nella sorveglianza, sia attiva che passiva.  In totale sono 20 milioni le ore che i caregiver dedicano al sostegno di un malato, in un Paese dove solo il 2% è ricoverato in una struttura assistenziale e solo il 3% usufruisce di assistenza domiciliare integrata.

Molto spesso il caregiver è un lavoratore che si affanna per conciliare tutti i suoi impegni. Da qui la sua emarginazione emotiva. Negli altri Paesi, europei (Regno Unito, Svezia, Francia) ed extraeuropei (America) i dibattiti sul ruolo sociale del caregiver hanno indotto le istituzioni a riconoscergli una serie di agevolazioni: una rete a cui riferirsi, consulenza e giorni di riposo.

Lo scenario, preoccupante e pregno di spunti per le politiche socio-sanitarie, l’ha delineato Massimo Silva, presidente dell’Associazione Insieme per la vita che insieme alla cooperativa sociale Alma Mater (presente ai lavori il vicepresidente, dott. Guarino) e a tutta una serie di enti partner, tra cui anche la cooperativa Eliades (presente ai lavori la presidente Libera Cappabianca), ha organizzato, il 27 febbraio 2014, il convegno “Il giorno del caregiver”, presso il Centro Congressi Tiempo al Centro Direzionale di Napoli.

L’evento giunge in conclusione di due progetti, finanziati dall’ assessorato alle Politiche sociali della Regione Campania, volti a scandagliare l’universo sommerso dei caregiver, dando loro sollievo.

Silva e Guarino hanno plaudito alla sensibilità della Regione, che ha intuito un problema e ha stilato un avviso pubblico per organizzare azioni concrete. I due dirigenti, ma anche gli operatori socio-sanitari e i caregiver in sala, hanno lanciato un monito alle istituzioni, affinché esse si facciano carico di questa realtà, di cui si parla ancora troppo poco in Italia.

A rappresentare le Istituzioni, in assenza di Ermanno Russo, assessore alle Politiche sociali, che ha fatto giungere un messaggio, c’era l’on. Nicola Marrazzo.

Marrazzo ha riconosciuto il ruolo chiave che giocano le cooperative e le associazioni nel mantenimento di uno status quo sociale.  Ha pure evidenziato le difficoltà che questi enti fronteggiano: ritardi dei pagamenti, in primis, e scetticismo. Marrazzo ha sottolineato che quest’ultimo è un sentimento del Sud.  Di contro, ha rimarcato la forza delle cooperazione nelle regioni del Centro- Nord.  L’auspicio dell’onorevole è che anche in Campania, il terzo settore possa salire sul podio che gli spetta.

Il presidente della IV Municipalità di Napoli, Armando Coppola, ha ringraziato gli enti in campo e gli operatori .“La IV Municipalità è sì attenta alle politiche sociali, ma se può fregiarci di questa caratteristica è per l’operato delle associazioni e delle cooperative. È giusto che le linee per le politiche sociali sui territori vengano dal basso” ha osservato Coppola.

Gli organizzatori hanno poi proiettato un video con le immagini degli operatori al lavoro nelle famiglie che hanno beneficiato del supporto.  I territori coinvolti nei due progetti sono stati Napoli, Acerra, Frattaminore e Casandrino.

Ha coordinato il dibattito Massimo Trucco, vice presidente Insieme per la vita, che ha ringraziato Confcooperative per la presenza.