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Veloci verso la legge per le coop campane. Parola di Severino Nappi

Logo Alleanza delle Cooperative italiane/CampaniaOggi 6 novembre 2012 la cooperazione campana di Agci, Confcooperative e Legacoop, riunita nell’Alleanza delle Cooperative Italiane Campania (A.C.I. Campania), ha incontrato, al Centro Congressi Tiempo di Napoli, i vertici della Regione Campania nel corso del convegno ‘La cooperazione campana per la crescita e il lavoro’ per discutere il ruolo socio – economico della cooperazione regionale e per presentare la proposta di legge quadro sulla cooperazione già approvata dalla Commissione.

“L’ONU ha proclamato il 2012 anno internazionale delle cooperative, riconoscendone il ruolo nello sviluppo sostenibile, nella lotta alla povertà e nel perseguimento di una buona occupazione produttiva”. Ha esordito così Carlo Mitra, vice presidente vicario Confcooperative e  commissario Confcooperative Campania, che ha letto ai presenti la sua relazione (leggila per intero) in occasione dell’assemblea A.C.I. Campania “La cooperazione campana per la crescita e il lavoro”.  Passaggio dopo passaggio, Mitra ha passato in rassegna i numeri (la Campania è una regione cooperativa con un tessuto robusto di oltre 9.000 cooperative che rappresentano l’11% dell’imprenditoria regionale, con 80.000 addetti), ma anche le ombre. La Campania non ha un adeguato impianto normativo che risale, addirittura, al 1977. Un unicum in Italia, che bissa in materia sociale. Quella che emerge dalla sue parole è una condizione incoerente: la forte presenza cooperativa è come bloccata, o almeno danneggiata, dalla mancanza di strumenti specifici. Un gap che allontana di certo la Campania dalla cooperazione competitiva, ma non la declassa. L’invito di Mitra è tutto per la politica, affinché si impegni a concludere rapidamente l’iter legislativo della legge quadro sulla cooperazione, ormai al solo vaglio del Consiglio regionale. Ma la cooperazione non è solo un modello economico. Concretizza anche un sistema di vita, di piccola società incentrata sull’uomo e sulla solidarietà.

Di questo è convinto Don Tonino Palmese, vicario episcopale Carità Pastorale Sociale diocesi Napoli, che ha rimarcato i caratteri propri della cooperazione, ispirati alla dottrina sociale della Chiesa. Della stessa idea è Gianluca Maria Esposito, direttore generale Pmi ed Enti Cooperativi ministero per lo Sviluppo economico: “La cooperazione riempie il 60% del bacino occupazionale. L’attenzione verso questa poderosa forza economica non è solo nazionale. Oggi, nel pieno di una crisi mondiale, l’energia cooperativa ci riporta ai valori tangibili, e del denaro e del lavoro. In questo contesto, la regione Campania sta seriamente lavorando per scrivere una buona pagina di cooperazione locale, riparando ad un grave gap, quasi da era glaciale. Il deficit normativo, infatti, è un ostacolo a quello che ormai è un secondo welfare, un welfare privato. La longa manus di uno Stato che arranca, che non ce la fa. La cooperazione è uno strumento straordinario di civiltà, il cui riconoscimento risale ai lavori della costituente, che all’art 45 immaginarono un patto tra le istituzioni e i privati capaci di organizzarsi e di darsi lavoro. Da allora lo Stato applica un principio di sussidiarietà orizzontale, incoraggiando un apparato che non si concentra sul profitto, ma sull’essere umano”.

Severino Nappi, assessore al Lavoro della Regione Campania, dal canto suo, ribadisce l’impegno delle istituzioni in loco: “la cooperazione in questa regione è una forza, il traino dell’economia del futuro e le dobbiamo un riconoscimento. Un impegno concreto che io e i miei colleghi abbiamo assunto già in altre occasioni. La legge quadro per la cooperazione locale è stata già approvata dalla Commissione. Dopo che il Consiglio regionale avrà concluso l’iter legislativo, noi assessori e gli amici del sistema cooperativo dovremmo attivarci per mettere in campo discipline ad hoc, strumenti tecnici tali da permettere ai cooperatori di fare il loro lavoro. Dobbiamo oggi fissare necessariamente quei principi che ci permetteranno poi di lavorare in sinergia domani. Ma sia chiaro, la legge non è un punto di arrivo, bensì di partenza”.
Poi Mario Catalano, presidente Legacoop Campania e moderatore, legge un messaggio dell’on Pietro Foglia, presidente della commissione Agricoltura regione Campania, impossibilitato a presenziare per un contrattempo. Un messaggio di impegno e di sostegno alla cooperazione che con il settore agricolo, insieme al sociale e a quello di produzione e lavoro, offre uno strumento di riscatto e di progresso. Foglia sottolinea il desiderio di vedere a breve concluso l’iter per l’approvazione della legge, di cui è stato firmatario.

Il gap legislativo è una preoccupazione seria anche per il mondo sociale: la Campania, invero, oltre a trovarsi senza una normativa quadro di respiro generale, non ha recepito la legge 381 del 91. Una vacatio che genera disagio. Lo sa bene Anna Petrone, componente VI Commissione consiliare Regione Campania, che si batte per tenera alta l’attenzione sulla cooperazione sociale. “Non si deve approfittare della predisposizione naturale dei cooperatori verso il lavoro. La politica deve prendere atto che spesso i servizi che la cooperazione offre non vengono ricompensati, e questo non va bene. Le istituzioni devono mettere i cooperatori in condizione di lavorare. E ben venga, allora, l’approvazione rapida di una legge quadro. Sarebbe già un buon segno per tutti quei presidenti di cooperativa avviliti da tanta sciatteria” chiosa.

Poi le conclusioni di Gian Luigi De Gregorio presidente Agci Campania: “Il primo pensiero va i cooperatori che stamane hanno deciso di dedicarci un po’ del loro tempo. Poi, desidero ringraziare i presidenti Mitra e Catalano, ma anche i direttori delle nostre associazioni che sostengono, ogni giorno, il difficile compito della rappresentanza. Questa iniziativa è il visibile di un’attività giornaliera, spesso silenziosa. In tanti anni è la prima volta che siamo veramente uniti. Come A.C.I. Campania ci siamo impegnati a supportare una sintesi di rappresentanza che non è quella dei capitali, ma del lavoro e delle persone. Lo sforzo che dobbiamo fare è per le persone che rappresentiamo, e a cui dobbiamo una legge sulla cooperazione”.

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