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Carlo Mitra: “Quello di Papa Francesco è un importante riconoscimento alla cooperazione”

papa-Francesco-con-colomba“È entusiasmante sentir parlare di cooperazione come modello economico ed è per noi un importante riconoscimento” .  Lo dice Carlo Mitra, commissario Confcooperative Campania alla notizia che Papa Francesco ha trasmesso un videomessaggio per il Terzo Festival della Dottrina sociale della Chiesa, esaltando la scelta cooperativa. Papa Francesco ha raccontato che la cooperazione associa i valori della solidarietà e della dignità,  al lavoro, oggi forma di autoimpiego per i giovani, e non solo.

Qui l’articolo apparso su Agi.it

La cooperazione cattolica testimonia “la forza della fede” in grado “di ispirare azioni concrete per rispondere ai bisogni della nostra gente”. La cooperazione quindi diventa “un soggetto in grado di pensare alle nuove forme di Welfare. Il mio auspicio e’ che possiate rivestire di novita’ la continuita’”. Cosi’ Papa Francesco nel videomessaggio trasmesso a Verona per il Terzo Festival della Dottrina Sociale della Chiesa (in programma da oggi a domenica 24 novembre).
Il Papa racconta di aver incontrato alcuni rappresentanti del mondo delle cooperative e di essersi “molto consolato” nel sentire che “per rispondere alla crisi, si e’ ridotto l’utile, ma si e’ mantenuto il livello occupazionale. Il lavoro e’ troppo importante. Lavoro e dignita’ della persona camminano di pari passo”, ha ribadito. “La solidarieta’ va applicata anche per garantire il lavoro; la cooperazione rappresenta – ha sottolineato il Papa – un elemento importante per assicurare la pluralita’ di presenze tra i datori del mercato. Oggi essa e’ oggetto di qualche incomprensione anche a livello europeo, ma ritengo che non considerare attuale questa forma di presenza nel mondo produttivo costituisca un impoverimento che lascia spazio alle omologazioni e non promuove le differenze e l’identita’”. E Bergoglio racconta di quando aveva 18 anni, nel ’54, e senti’ suo padre tenere una conferenza sul cooperativismo cristiano. “Da quel tempo – dice – io mi sono entusiasmato con questo, ho visto che quella era la strada. E’ proprio la strada per una uguaglianza, ma non omogeneita’, una uguaglianza nelle differenze. Anche economicamente e’ lenta”.
“Io ricordo ancora – ha aggiunto – quella riflessione del mio papa’: va avanti lentamente, ma e’ sicura. Quando io sento alcune altre teorie economiche, come quella ‘del rame’, non so come si dice, bene, in italiano – il Papa si riferisce alle teorie sulle materie prime trainanti nei cicli economici – L’esperienza ci dice che quella strada non va”. E quindi il suo augurio “a tutti coloro che sono impegnati e sono attori di riforme cooperativistiche, di tener viva la memoria della loro origine”. Per il Papa, “le forme cooperative costituite dai cattolici come traduzione della Rerum Novarum testimoniano la forza della fede, che oggi come allora e’ in grado di ispirare azioni concrete per rispondere ai bisogni della nostra gente”.
“Oggi questo e’ di estrema attualita’ e spinge la cooperazione a diventare un soggetto in grado di pensare alle nuove forme di welfare. Il mio auspicio e’ che possiate rivestire di novita’ la continuita’. E cosi’ imitiamo anche il Signore, che sempre ci fa andare avanti con sorprese, con le novita’”, ha concluso.