Anche per il 2024 Confcooperative Campania ha coinvolto giovani tra i 18 e i 35 anni, in particolare animatori di comunità del progetto Policoro e volontari SCU, nel campo estivo. Con il titolo “Per amore del mio Popolo e della mia Terra”, l’esperienza residenziale ed itinerante ha messo al centro l’impegno di cooperative sociali che tra Sessa Aurunca, Casapesenna e Casal di Principe gestiscono beni confiscati, si occupano di inserimento lavorativo di persone fragili e portano avanti azioni educative sulla legalità. Tutte storie di “restanza” legate al nome del parroco ucciso dalla camorra per aver osato andare controcorrente, scuotendo coscienze e parlando al cuore delle persone, come ha saputo fare a Casa Don Diana il suo amico Augusto Di Meo, fotografo, che il giorno dell’omicidio del parroco era con lui in chiesa e che con consapevolezza ed emozione ha condiviso come dalla morte di un uomo sia giorno per giorno nato un popolo.
Il gruppo ha alloggiato presso la cooperativa sociale Al di là dei sogni di Sessa Aurunca, famosa per la sua attività di agricoltura sociale e di presidio green. In questo luogo si sono svolti il momento di apertura con il Vescovo di Sessa Aurunca Sua Ecc. Mons. Giacomo Cirulli, il Vicepresidente nazionale di Confcooperative Marco Marcocci, il direttore regionale Maria Rosaria Soldi e il coordinatore del campo Domenico Smimmo, nonché i diversi laboratori dedicati ai valori cooperativi e all’impresa cooperativa tenuti da Tonj Della Vecchia, Capo Servizio Legislativo, legale, fiscale di Confcooperative e Giuseppe Bruno, commissario Confcooperative Campania. Marco Menni, Vicepresidente vicario Confcooperative e Don Bruno Bignami, Direttore nazionale Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro hanno invece coinvolto i partecipanti in un laboratorio sugli input e gli ouput delle settimane sociali di Trieste. Anche Simmaco Perillo, rappresentante legale di Al di là dei sogni e sua moglie Paola Perretta hanno stimolato i ragazzi sul senso del cooperare e sulle sfide anche umane che implica il fare cooperazione sociale.
Non sono mancati momenti di riflessione personale e collettiva come la visione del lungometraggio su Alberto Varone, a cui Al di là dei sogni è dedicata, e il cammino dei cento passi per tutte le vittime innocenti della camorra.
Memoria e legalità sono binomi imprescindibili per chi è stato prima un cittadino attivo e poi un cooperatore. Lo sanno bene gli amministratori delle cooperative incontrate: Betty Reccia che con una passione contagiosa ha raccontato la storia della cooperativa sociale Maeditactio che gestisce il Centro di aggregazione giovanile per l’arte e la cultura Rosario Livatino, l’inarrestabile Tina Borzacchiello che con la cooperativa sociale Davar gestisce la cioccolatteria Dulcis in fundo. Qui ragazze e ragazzi con disabilità producono un cioccolato di qualità senza lasciare indietro nessuno e senza perdere di vista l’attenzione per le persone che in questo luogo scoprono l’amore ma pure la dignità del lavoro.
E ancora Vincenzo Letizia che accogliendo il Vescovo di Aversa Spiniello, ha condiviso come è nata la cantina Vitematta che a Casal di Principe si occupa di inserimento lavorativo con la produzione del famoso Asprinio. E ancora Antonio De Rosa della cooperativa Agropoli che ad un certo punto incontra la cooperazione sociale e concorre alla nascita della pizzeria e ristorante Nuova Cucina Organizzata, bene confiscato dove sorge un luogo di ristorazione e convivialità in cui sono occupati soggetti svantaggiati, soprattutto con disabilità mentale.
È stato un campo pregno di contenuti, suggestioni, ispirazione che ciascun partecipante lascerà germogliare dentro di sé, nel tempo giusto, per le sfida di vita a cui si dedicherà e per i progetti che metterà in campo nel proprio ruolo di animatore.